Le
terapie dell’Alopecia Areata
dr
Roberto
d’Ovidio
Platelet-rich plasma
(PRP)
Sono stati riportati risultati
significativi con l’utilizzazione del PRP (platelet-rich
plasma), soprattutto nelle forme limitate. E’ stato condotto
uno studio per valutare l'efficacia del PRP, a confronto del
minoxidil e un placebo. I pazienti trattati con minoxidil e
PRP hanno avuto crescita di capelli significativa rispetto
al placebo, ma con il PRP la ricrescita è stata più precoce
e con riduzione dei capelli distrofici. Nella nostra
esperienza però, nelle forme gravi (il 75% del cuoio
capelluto) i risultati terapeutici sono stati deludenti e le
recidive sono la regola.
Terapie biologiche
I farmaci biologici sono utilizzati
per i trattamento di svariate malattie autoimmuni e sono
stati sperimentati anche nell’AA. A tutt’oggi queste
bioterapie - adalimumab, etanercept, infliximab, alefacept,
efalizumab e ustekinumab - hanno fallito o si sono
addirittura dimostrate controproducenti: sia quelle dirette
ad inibire il TNFα, sia –più sorprendentemente- quelle
dirette alle molecole di attivazione dei linfociti T.
Invece una nuova strategia
terapeutica è basata sui meccanismi biologici dei linfociti
T citotossici che esprimono il recettore NKG2D. Le cellule
ed i loro ligandi endogeni (MICA, e ULBP3) sono stati
implicati nella patogenesi di patologie autoimmunitarie.
Quando crolla il “privilegio immunitario” (IP) del follicolo
pilifero questo induce la presentazione agli antigeni MHC ai
linfociti T CD8 + (CD56 + e NKG2D +) e la sovraregolazione
dell’IFN-γ e dell’Interleuchina-15 sono poi implicati nella
patogenesi dell’AA .Quando la loro espressione è disregolata
possono sviluppare malattie autoimmuni attraverso gli enzimi
Janus chinasi che, a loro volta, trasducono segnali mediati
da altre citochine. I farmaci inibitori della Janus chinasi
riducono la differenzione dei linfociti Th1, la produzione
di interferoni alfa, beta, gamma e limitano il rilascio di
IL-17. Il ruxolitinib viene utizzato per il trattamento di
tumori maligni del midollo osseo, mentre il tofacitinib
viene usato per trattamento dell’artrite reumatoide.
Christiano e i coll. hanno proposto per primi il trattamento
delle forme gravi di AA. Hanno testato l’efficacia del
ruxolitinib su pazienti affetti da una forma moderata o
severa di AA. A ognuno sono stati somministrati per via
orale 20 mg del farmaco due volte al giorno, per un periodo
che andava dai tre ai sei mesi. Alla fine del periodo di
trattamento il 77% di coloro che hanno risposto alla
terapia, la ricrescita è stata oltre il 95%. Tuttavia una
volta interrotta la terapia hanno avuto una recidiva,
rendendo necessario un mantenimento. Nel 25% dei pazienti è
stato visto un aumento delle transaminasi, delle infezioni e
delle allergie. Nei pazienti responders è stato notato una
riduzione del numero linfociti citotossici e della
produzione dell’IFNγ .Il tofacitinib è stato testato su
pazienti affetti da vari tipi di AA. Gli sperimentatori
hanno somministrato 5 mg del farmaco due volte al giorno per
tre mesi. Di questi pazienti coinvolti nello studio, il 64%
dei pazienti hanno risposto al trattamento con ricrescita
del 50% di ricopertura del capillizio, ma con l’interruzione
della terapia i pazienti hanno avuto recidive. Un caso degno
di riflessione è quello di un paziente affetto da
A.Universale trattato con tofacitinib: ha ottenuto una buona
ricrescita, ma poi ha recidivato in corso di trattamento .
Una nostra paziente ha avuto un’esperienza simile con il
ruxolitinib: inizialmente ha ottenuto ottimi risultati, ma
già al terzo mese di trattamento ha avuto una grave
recidiva, riportandola allo stato iniziale. Anche in questo
caso non possiamo escludere la componente stagionale delle
recidive invernali, già documentata in altri nostri casi a
prescindere dal tipo di terapia. Sono state sperimentate
terapie topiche con ruxolitinib e tofacitinib però con
risultati discutibili. In conclusione, Tofacitinib,
ruxolitinib e baricitinib sembrano essere un’opzione
terapeutica nelle forme gravi di AA, ma dobbiamo però
ricordarne i costi e i possibili effetti collaterali a
lunga.
Terapia con la Stem
Cell Educator.
Ricercatori cinesi hanno sviluppato
una terapia con cellule staminali multipotenti derivate dal
sangue cordonale eterologo. Il sangue dei pazientiviene a
contatto le cellule staminali e restituisce alla
circolazione del paziente le cellule autologhe 'istruite'.
La produzione del TGF-β intorno ai follicoli piliferi
potrebbe la restaurazione del privilegio immunitario con
protezione dei nuovi capelli.I dati clinici sembrerebbero
dimostrare la ricrescita dei capelli coltrattamentoil Stem
Cell Educator. I risultati a tutt’oggi non sono stati
validati per la scarsità di forme di alopecie totali o
universali e non si può escludere un forte effetto placebo,
data una mancanza di uno studio caso/controllo.
Vitamina D
Ci sono prove che diverse malattie
autoimmuni sono modulati dalla vitamina D, ad esempio
psoriasi, sclerodermia, tiroiditi, l'artrite reumatoide,
sclerosi multipla, la cirrosi biliare primaria. Il ridotto
livello di 25(OH)D suggerisce di verificare se la loro
correzione possa modificare l’evoluzione naturale della
malattia, integrando utilmente le terapie convenzionali. Nei
nostri pazienti è anche significativo l'aumento parallelo
compensatorio del Paratormone (PTH), confermando così la
presenza di una vera carenza di vitamina D. La vitamina D
può incrementare la produzione e la funzione delle cellule T
regolatorie e riduce la secrezione delle citochine
pro-infiammatorie IL-6 e IL-17, con il loro ruolo
significativo nelle reazioni autoimmuni. Questi dati sono
stati confermati da successivi lavori . E’ stata anche
segnalata l’efficacia del Calcipotriolo topico della terapia
nelle forme leggere/moderate di AA.
Analoghi delle
Prostaglandine
Nel 1997 sono stati riportati il
primi casi di ipertricosi delle ciglia in trattamento con il
Latanoprost (un analogo della prostaglandina F2a) in
pazienti affetti da glaucoma Da allora ci sono state diverse
segnalazioni dell’efficacia nel trattamento delle ciglia
affette da AA. Anche il Bimatoprost è un farmaco efficace e
sicuro per il trattamento delle ciglia anche nei casi di
A.Universali. Il 43% dei pazienti ha avuto una risposta
estetica accettabile (crescita moderata o totale) entro un
anno di terapia. Brotzu et al. hannonotato casualmente che
la prostaglandina PGE1, usata per la cura delle ulcere
diabetiche, stimolava localmente la crescita di peli. Da qui
è partita una sperimentazione con acido gammalinoleico
-precursore dell’PGE1- per uso locale anche sull’alopecia
aerata. Sarebbe stata osservata una ricrescita dei capelli
dopo 30-60 giorni di terapia, soprattutto in casi di recente
insorgenza.
Psicofarmaci e
psicoterapie
E’ a tutti noi noto che l’AAnelle
forme più gravi comporta un importante inestetismo, anche in
assenza di condizioni cliniche minacciose per la vita,
evochi spesso nel paziente reazioni di negazione, astio,
ansia, sensi di colpa e di inadeguatezza, depressione. In
particolare i bambini alopecici sviluppano un profilo
psicopatologico complesso: ansia o depressione,
aggressività. A ciò si associano somatizzazioni, difficoltà
di relazione e dell’attenzione. Senza contare che gli eventi
stressanti nel 50% - 60% dei casi possono giocare un ruolo
importante come fattori scatenanti la malattia e le sue
recidive.
La comorbilità dei disordini
psichiatrici è alta e l’intervento terapeutico è di vitale
importanza. Un supporto psicoterapeutico di base può essere
sufficiente per molti pazienti e potrebbe essere gestito
dallo stesso dermatologo opportunamente addestrato; altri
necessiteranno di un trattamento specialistico
psicofarmacologico con l’impiego di antidepressivi e/o
ansiolitici. Studi in doppio cieco sono però possibili solo
con gli psicofarmaci ed in effetti studi in doppio cieco con
gli antidepressivi, paroxetina e la citalopram hanno
dimostrato la loro efficacia nei confronti del placebo
imipramina . E’ stata segnalata un possibile combinazione di
Paroxetina con uno steroide. L'ipnosi è stata utilizzata
insieme ad altri trattamenti o come monoterapia. Tuttavia i
ricercatori hanno concluso che l'ipnosi può migliorare i
sintomi psicologici dei pazienti, ma non è efficace nell’AA
grave.
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