STUDIO GRAFOPSICOLOGICO

SU SOGGETTI CON ALOPECIA AREATA §
(§ pubblicato integralmente, con bibliografia, su:

“Dermatologia Ambulatoriale” 4,64,2004)

G. Lovero^, J. Claudatus*, R. d’Ovidio°
^Istituto di Indagini Psicologiche- Milano – giuseppe.lovero@libero.it (Bari)
* Clinica S.Rita –Bari – jucla@libero.it (Bari)
°AIDA-Tricologia – robdovi@tin.it (Bari)

Lo studio che qui s'illustra è consistito nell’analisi della scrittura di 27 soggetti, 13 maschi (48%) e 14 femmine (52%), 12 di età fino ai 16 anni (44%) e 15 (56%) di età superiore, affetti da varie forme di alopecia areata cronica in fase di recidiva. L’obiettivo è stato quello di individuare in tali persone dei tratti comuni di personalità che potessero giocare un ruolo importante nella patogenesi della malattia.

Perché considerare proprio la scrittura? Tutte le legislazioni riconoscono alla firma autografa effetti giuridici e valenza di prova dell’identità dello scrivente: quel che vale per una firma, a maggior ragione, vale per la scrittura nel suo complesso. Da tempo immemorabile filosofi e fisiologi ribadiscono che la vita interiore di una persona può essere studiata anche dai suoi movimenti esteriori, e tra questi la scrittura: alle vibrazioni psichiche corrispondono dei movimenti fisiologici meccanici della mano sulla carta. La grafia è definibile un “sismografo della psiche”, è una sorta di neuro-psicogramma per il suo diretto rapporto col sistema nervoso e la psiche; infatti, completato il suo apprendimento, il gesto grafico diventa un riflesso automatico del sistema nervoso, frutto di impulsi neuro-motori e psichici che si susseguono ad un ritmo di circa 10 al secondo, tale da escludere un controllo cosciente. In poche parole, l’uomo, scrivendo, descrive se stesso, e la grafia, nell’identificazione del suo autore e delle sue caratteristiche personali (intelligenza, emotività, modo di agire), ha un’importanza paragonabile a quella che assumono le impronte digitali, le cicatrici, i nei, eccetera, nell’identificazione dell’individuo.

I pazienti sono stati invitati a copiare un medesimo testo “neutro” su carta non rigata. Questi scritti sono stati esaminati con l’ausilio della Psicologia della Scrittura, disciplina ideata negli anni ’40 da Marco Marchesan – fondatore a Milano, nel 1947, dell’Istituto di Indagini Psicologiche, che sottopose a revisione critica gli studi grafologici introducendo nella grafoanalisi un metodo rigorosamente logico-sistematico e matematico-statistico. Studi effettuati in Università italiane e straniere, nonché in Scuole pubbliche e private con l’autorizzazione dei Provveditorati agli Studi, hanno attestato, sin dagli anni ’50, l’attendibilità della Psicologia della Scrittura come test proiettivo a strutturazione scientifica e la sua e la sua competitività rispetto ad altri test, come ad esempio il Rorschac. In ambito psicosomatico la Psicologia della Scrittura, offrendo molteplici indicazioni sulla struttura, le motivazioni e gli atteggiamenti della personalità, fornisce elementi utili sul piano diagnostico (individuazione dei temperamenti e caratteri più soggetti a certe malattie) e quindi terapeutico.

L’indagine svolta ha evidenziato la presenza, nella maggior parte delle grafie, di segni grafici * che per frequenza sono risultati significativamente superiore rispetto alla media di altri soggetti comparabili per sesso ed età. La figura 1 ne rappresenta un esempio:

fig1

Questo campione contiene alcuni aspetti ricorrenti, come l’ansia, presente in varie forme: ansia morbosa di chiarezza (nelle lettere molto chiare), ansia di nascondimento (vedi le frecce rosse nelle “m” ed “n” tracciate “ad arco”, a mo di schermo difensivo verso l’ambiente, che nella grafie é inconsciamente sentito al di là del bordo superiore del foglio, oltre che nel procedere verso destra), l’ansia connessa a spinte isolanti (vedi le frecce verdi indicati gli esigui spazi tra lettere).

* per “segno grafico” s’intende qualsiasi particolarità oggetto d’individuazione e misurazione nella scrittura, come il segno scrittura “Grande” o scrittura “Piccola”, etc.

La tabella 1 rappresenta tutte le caratteristiche grafologiche studiate nel campione di pazienti.

Caratteristiche personali rilevate

Percentuale complessiva

Doti associative
Scatti di collera
Sensibilità musicale

 
92

Tratti nevrotici
Irritabilità escandescente
Imperiosità


88

Diffidenza e Scontrosità

77

Profondità intellettiva e sentimentale

74

Problematiche affettive e/o sessuali

70

Chiusura d’animo

70

Ansia di nascondimento

66

Paure morbose
Spaventi*

 
62

Turbe dell’attenzione

62

Ipersensibilità

59

Difficoltà nel nutrire sentimenti d’indipendenza **

57

Intelligenza
Analitica *

 

55

Tratti ossessivi

55

Senso di altolocazione
Fierezza
Ambizione


55

Insicurezza

55

Stento nel campo pratico e ambientale

51

Avvilimento

48

Selettività
Schifiltosità
Esagerata*

 

48

Avversione ed antipatie istintive verso persone ed ambiente

44

Tendenza a rimuginare

44

Calo del tono dell’umore *

40

Memoria visiva
Scrupolosità
Ansia di chiarire le cose

 
40

* caratteristica non valutabile in alcuni sporadici casi

 

** esclusi i soggetti più piccoli, di età inferiore a 14 anni

 

Tab1

La figura 2 illustra la percentuale media delle principali caratteristiche emerse dall’indagine grafologica:

Fig. 2

Come si può evincere, la figura 2 evidenzia che nel 92% dei soggetti vi è una spiccata capacità di confronto, nell’88% si registra la presenza di un temperamento collerico, nel 77 % diffidenza e/o scontrosità, nel 74% profondità intellettiva e sentimentale, laddove per “profondità” intendiamo l’attitudine ad approfondire in misura notevole gli aspetti oggetto di apprendimento o di interesse affettivo. Il 70% dei soggetti, inoltre, presentava problematiche affettive e/o sessuali.

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