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STUDIO GRAFOPSICOLOGICO
SU
SOGGETTI CON ALOPECIA AREATA §
(§ pubblicato integralmente, con bibliografia, su:
“Dermatologia
Ambulatoriale” 4,64,2004)
G.
Lovero^, J. Claudatus*, R. d’Ovidio°
^Istituto di Indagini Psicologiche- Milano – giuseppe.lovero@libero.it
(Bari)
* Clinica S.Rita –Bari – jucla@libero.it
(Bari)
°AIDA-Tricologia – robdovi@tin.it (Bari)
Nella figura 3, invece, sono riportate
altre caratteristiche ricorrenti: nel 70% ricorre la chiusura d’animo, laddove
per “ chiusura d’animo” intendiamo la tendenza a non rendere gli altri
partecipi dei propri sentimenti; nel 66% dei soggetti ricorre l’ansia di
nascondimento, forma di ansia a carattere difensivo che comporta la tendenza a
nascondersi; il 62% presenta forme varie di paura e difficoltà
nell’attenzione, e il 59% presenta ipersensibilità.
Fig.
3
Come possiamo ben notare, risulta assai
diffusa un’accentuata vivacità sul piano dell’intelligenza e su quello
emotivo-affettivo, accompagnata da una notevole energia pulsionale, spesso di
tipo aggressivo, che predispone a sfoghi collerici, non di rado intensi ed
improvvisi. Da non sottovalutare nemmeno la frequenza di problematiche
affettivo-sessuali in particolare e relazionali più in generale, che emergono
sotto diversi profili: carenze affettive diffuse, un senso d’isolamento
connesso a diffidenza e sospettosità, scontrosità, difficoltà a manifestare i
propri sentimenti, con un’espansività spesso ridotta o coartata. Tra le
possibili cause di tali fenomeni, stando alle risultanze di accurati studi
eseguiti su soggetti con caratteristiche grafiche comparabili, potrebbero
esserci la mancanza di armonia in famiglia, delle esperienze in cui gioca
l’idea di abbandono, traumi nei rapporti con l’ambiente, un’educazione
troppo rigida, un nucleo familiare chiuso in se stesso ed iperprotettivo.
Fattori come questi potrebbero spiegare anche la diffusa difficoltà nel nutrire
sentimenti d’indipendenza, rilevata in numerosi soggetti.
Un altro aspetto ricorrente riguarda le
difficoltà nell’attenzione, per cui molti non riescono a concentrarsi a lungo
su un dato oggetto.
Degna di riflessione, inoltre, è la
frequenza di campioni grafici contenenti segni d’intimorimento o di paure non
ben definite o definibili e che predispongono, tra l’altro, al pessimismo e
alla sospettosità. Raramente spia di traumi intrauterini, tali segni più
spesso rimandano a situazioni vissute in modo intensamente emotivo o drammatico
oppure ad un’educazione restrittiva, come pure ad un ambiente non favorevole
ad un equilibrato sviluppo della personalità.
Richiamando quei tratti che nei pazienti
analizzati risaltano per tipologia ed incidenza statistica decisamente superiore
alla media, possiamo dire che generalmente si tratta di persone d’intelligenza
adeguata (in diversi casi superiore alla media), vivace ed atta a produrre ed
accogliere idee complesse, supportata da una memoria auditiva e visiva assai
spiccata. Amanti della musica, sono ipersensibili e piuttosto reattivi. Emergono
alcune caratteristiche e problematiche che potrebbero presentare qualche
correlazione con l’alopecia areata, vuoi come fattore predisponente, vuoi come
elemento scatenante od aggravante.
In
linea generale, il possesso di una sensibilita superiore alla media e di una
carica energetica in eccesso possono originare scompensi e concorrere ad un
rischio psicosomatico laddove non si riesca ad incanalare in modo giusto e
costruttivo questi aspetti. Inoltre le difficoltà rilevate a livello
relazionale in generale ed affettivo-sessuale in particolare (carenze affettive
diffuse, difficoltà di contatto e nel manifestare i propri sentimenti,
diffidenza e sospettosità…), causano un disagio che può trovare nella pelle
un organo-bersaglio: nei pazienti, la perdita a chiazze dei capelli potrebbe
essere un modo per richiamare l’attenzione su di sé attraverso una sorta di
regressione ad uno stadio infantile (neonatale). Da considerare, poi, la
frequenza di aspetti nevrotici ed ossessivi e non ultima, inoltre, l’ansia,
della quale la grafoanalisi per mette d’individuare molteplici sfaccettature:
per esempio, ansia di nascondimento a sfondo difensivo, ansia morbosa di
chiarezza-puntualizzazione etc. Tutte queste sono capaci d’innescare fenomeni
di somatizzazione, ad esempio, attraverso autopunizioni inconsce connesse a
sensi e complessi di colpa, con conseguente sfogo epidermico della tensione
interiore avvertita dal soggetto.
Spunti interessanti ci provengono, inoltre,
dall’analisi della grafia di alcuni pazienti nei quali l’alopecia areata è
sorta di recente. Trattasi di 6 soggetti (cinque maschi e una femmina), di età
compresa fra i 9 ed i 36 anni. Ferma restando la caratteristica
dell’intelligenza vivace associata ad una memoria spiccatamente associativa,
auditiva e visiva, riscontro pressoché universale negli alopecici, oltre alla
diffusa presenza di carenze affettive e/o problematiche sessuali e di una
diatesi allergica, si colgono, in aggiunta, alcune particolarità più evidenti,
in maggiore o minor misura, che negli altri pazienti in cui la dermopatia si è
cronicizzata. Tali tratti sono riconducibili ai seguenti aspetti:
1.
Un migliore tono dell’umore;
2. Più
frequenti difficoltà nell’attenzione;
3. Ricorrenti
idee fisse;
4. Più
diffusa presenza di segni di paura.
Circa il primo aspetto, il tono
dell’umore risulta significativamente più elevato rispetto ai pazienti
cronici. Questo potrebbe lasciare ipotizzare l’esistenza di un rapporto
diretto tra la durata della malattia e l’insorgere di episodi depressivi. La
seconda caratteristica potrebbe essere attribuita alla maggiore vicinanza
all’inizio della malattia vissuta come evento traumatico. Per quanto riguarda
le idee fisse, diffuse anche nei pazienti cronici, potrebbe trattarsi tanto di
vere e proprie ossessioni quanto di una difesa passionale rigida delle proprie
idee verso l’ambiente esterno. Riguardo all’ultima caratteristica, essa
rappresenta spesso una manifestazione di paura (magari non ben definita o
definibile), talvolta di autentico sgomento, con eventuale blocco verbale, e
che, oltre alle ragioni valide per la seconda, può essere riconducibile più
raramente a traumi intrauterini o più frequentemente, ad un’educazione
restrittiva o a situazioni vissute in modo intensamente drammatico ed emotivo.
Altri elementi meritevoli di attenzione
sono quelli offerti dall’analisi dei dati disaggregati per età (confrontando
i soggetti al di sotto e quelli al di sopra dei 16 anni) e per sesso. Per quanto
riguarda le principali differenze emerse tra i soggetti minori e quelli maggiori
di anni 16, notiamo che tra i primi è all’incirca doppia la frequenza di
tratti ossessivi, di turbe dell’attenzione e di ansia di nascondimento a
sfondo difensivo. Con riferimento al confronto tra soggetti di sesso maschile e
femminile, nei primi sono state riscontrati in misura decisamente superiore
segni di paura e intimorimento; tra le seconde, invece, l’ipersensibilità e
la presenza di avversioni ed antipatie istintive verso persone ed ambiente
ricorrono in misura pressoché doppia rispetto ai maschi.
Molti risultati degli studi innanzi
illustrati sono stati confermati dagli interessati, sia direttamente sia
attraverso le risposte date ad un questionario messo a punto da uno di noi
(J.C.), per meglio cogliere la percezione che i pazienti hanno di se stessi.
Interessanti riscontri derivano da recenti lavori, quali “La pelade est elle
una maladie psycosomatique?”, (L. Misery, H. Rousset, Rev. Med. Interne,
2001), “Types of stress within Child Alopecia” (Dermatology Psychosomatics -
Dermatologie Psychosomatik, Autori vari, 2002) da una “Ricerca in Pediatria
Ambulatoriale - Valutazione degli
aspetti psicologici in Bambini e Adolescenti con Alopecia Areata” (Istituto
Dermopatico dell’Immacolata, Roma, 1999).
Tutti
questi studi, sia pure con sfaccettature diverse, evidenziano aspetti messi in
risalto dallo studio analitico della scrittura precedentemente illustrato: il
riscontro, in non pochi casi di un quoziente intellettivo superiore alla media;
la sensibilità elevata propria di non pochi pazienti; l’esposizione di molti
ad eventi e situazioni stressanti in epoca antecedente la comparsa della
patologia, principalmente esperienze di separazione e problemi relazionali;
fattori d’interesse psichico, come casi di accentuata ansia e depressione. In
molti lavori recenti si sottolinea l’incidenza dell’alessitimia nei soggetti
alopecici; nella nostra esperienza abbiamo riscontrato la presenza di
caratteristiche riconducibili all’alessitimia, quali la diffidenza, la
chiusura d’animo, l’ansia di nascondimento, le avversioni istintive verso
gli altri, in una percentuale alta ma inferiore a quella riportata da altri per
l’alessitimia. Questa differenza potrebbe essere attribuita alla popolazione
relativamente omogenea di pazienti affetti da alopecia areata
cronico-recidivante grave da noi studiata.
In conclusione l’analisi della scrittura
permette di rilevare i tratti comuni di pazienti affetti da una data patologia
ed aiuta a comprendere la malattia e anche a seguirne l’evoluzione durante e
dopo la cura.
Pertanto l’analisi psicologica della
grafia può giocare un ruolo non secondario nel quadro di approcci sempre più
personalizzati e multidisciplinari che appaiono quanto mai utili di fronte a
patologie, quali l’alopecia areata, che sull’interessato hanno un impatto,
anche psichico, non trascurabile.
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